La scelta del metodo di sepoltura è senza
dubbio la fase più importante dell’organizzazione del rito funebre. Inumazione,
tumulazione e cremazione implicano tre diversi modi di vivere il proprio
rapporto con il defunto e tre concezioni della morte stessa; conoscere queste
pratiche è quindi fondamentale per poter
effettuare una scelta consapevole.
La tumulazione è il sistema di sepoltura più utilizzato
in Italia, tanto che la maggior parte delle persone si limita a scegliere
questo metodo senza prendere neppure in considerazione gli altri.
La salma viene deposta in un feretro composto
da uno strato in legno e uno in metallo, in modo da preservarla intatta il più
possibile. La decomposizione si completa
solitamente in un arco di 20 anni.
Il feretro viene murato all’interno di un
loculo (che viene concesso dal cimitero per un certo numero di anni, al termine
dei quali si può decidere di rinnovare la concessione) o della tomba di
famiglia.
L’inumazione, a differenza della tumulazione,
prevede la sepoltura direttamente nella terra di un campo cimiteriale; inoltre
la bara non è rivestita in metallo ma è interamente in legno leggero, affinché
la decomposizione della salma e della bara stessa si completi nell’arco di 10
anni. La concessione in questo caso dura appunto 10 anni e non è rinnovabile.
Come si può intuire, la scelta tra tumulazione
e inumazione è tutt’altro che scontata: il primo sistema mira a preservare la
salma il più a lungo possibile, mentre il secondo punta a favorirne il rapido ritorno
alla terra.
La cremazione, infine, consiste nel ridurre la
salma in cenere all’interno di apposite strutture. Affinché ciò avvenga, è
necessaria l’autorizzazione del sindaco, che viene rilasciata nel caso in cui
il defunto abbia manifestato tale volontà tramite testamento o iscrivendosi ad
associazioni che si occupano di cremazione. Anche il coniuge e i parenti
prossimi, tuttavia, possono manifestare il loro desiderio che il proprio caro
estinto venga cremato.
Le ceneri possono essere conservate in casa
oppure tumulate in una celletta cineraria (la cui concessione dura 30 anni ed è
rinnovabile). In alternativa possono essere disperse in apposite zone
cimiteriali oppure in natura, a patto di tenersi lontani da manufatti o
natanti.
La dispersione può anche avvenire in giardini
privati, ovviamente solo se il proprietario è d’accordo.