Come preservare il corpo di un defunto
- Autore: BALDACCI brunella
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- 08 nov, 2018
Cos'è la tanatoprassi

Indipendentemente dal contesto storico e dalla cultura di una comunità, gli uomini hanno sempre valorizzato la morte, non solo dal punto di vista della riflessione intellettuale, ma anche in termini prettamente pratici. Gli antichi egizi, ad esempio, sono diventati famosi per aver preservato i corpi dei faraoni con tecniche di imbalsamazione che prevedevano l'uso di oli vegetali, mirra, vino di palma e cera d'api. Altre metodologie di conservazione dei defunti sono state rintracciate in molte altre civilità, che non risalgono necessariamente ai tempi antichi.
In linea generale, tutte queste pratiche di preservazione dei corpi rientrano nell'ambito della cosiddetta tanatoprassi, ossia il trattamento estetico delle salme. Attualmente, però, con questo termine si intende specificamente la cura igienica di un corpo dopo la morte, soprattutto al fine di consentire ai familiari la contemplazione di un'immagine integra del defunto. Bisogna considerare che, nelle ore successive alla morte, il corpo subisce una profonda trasformazione che implica la fuoriuscita di liquidi organici, rendendo così difficile e pericolosa l'eventuale veglia funebre.
Nell'ambito della tanatoprassi rientra l'impiego di apposite strutture (dette case funerarie), il cui scopo è ospitare la salma e consentire ai parenti di poter sfruttare un luogo comodo dove ritrovarsi. Attualmente in Italia questa pratica non è affatto comune, mentre lo è decisamente di più in altri paesi come per esempio gli Stati Uniti, dove la tanatoprassi è di fatto praticata sulla maggior parte delle salme. Sul territorio italiano questa metodologia è rappresentata solo dall'A.I.T. (Associazione Italiana di Tanatoprassi) e dall'I.N.I.T. (Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi).
Differenza con la tanatoestetica
La tanatoprassi prevede l'iniezione di un fluido conservante nel sistema artesioso della salma, così da ritardare il processo di decomposizione per alcune settimane; inoltre, così facendo viene assicurato il ritorno in polvere in un arco di tempo pari a 10 anni, mentre in condizioni normali un corpo tende a decomporsi in circa 40 anni.
Pertanto la tanatoprassi non va confusa con la tanatoestetica, la quale consiste soltanto nella semplice cura estetica della salma attraverso l'impiego di make-up (soprattutto per nascondere cicatrici e variazioni di colore del viso) e quindi non comprende procedure igieniche specialistiche. La tanatoestetica è molto praticata in Giappone, dove rappresenta una parte integrante del rito funebre.

Di norma, in Italia la sepoltura è da considerarsi definitiva sino alla sua scadenza. Sono presenti, però, delle circostanze precise in cui la legge rende possibile la traslazione del defunto prima della debita scadenza.
Scopriamo insieme quali sono e come è possibile richiedere la traslazione della salma nel nostro Paese.